SpamArte Insight Space Gallery Teatro del Navile
PALAZZO BENTIVOGLIO BOLOGNA
Edizioni Progetto Cultura
Dalla L a DALLA
E’ un libro catalogo insolito Dalla L a Dalla perché al posto delle immagini che gli artisti hanno creato ci sono le descrizioni a parole e quindi scritte delle opere che comporranno la mostra. Un modo di “leggere l’arte” che forse può far tornare un più vasto pubblico a comprendere che cosa un’ opera d’arte sia e cosa voglia esprimere. La Spam Art è ben felice quindi che attraverso un omaggio rivolto all’artista Lucio Dalla si possa ritrovare quella più autentica semplicità di rinnovamento che è la base di ogni percorso di sperimentazione e avanguardia artistica e sociale, la stessa semplicità che abbiamo ravvisato esistere nella vita e arte del compositore bolognese. Ovviamente la L sta per Lucio e il titolo si dovrebbe quindi leggere “da Lucio a Dalla.” Un titolo che richiama il passaggio dal nome all’essere un nome di successo, dall’uomo comune al mito e, insieme, sottolinea quello straniamento dal proprio vissuto che tale passaggio comporta e che, in questo caso, è uno straniamento segnato da una leggera e persistente caricatura. Lucio Dalla fin da “4 marzo 1943” iniziò a creare una specie di relazione caricaturale fra la vita dell’uomo e quella del cantante, fra la L e la D. Molti dei personaggi delle frasi che compongono i testi delle sue canzoni possono essere vicini alle tematiche di quella che definiamo una Spam Life: personaggi esclusi, sentimenti, desideri, emozioni che a fatica riescono ad emergere dai cestini della vita sociale o dai pensieri inconfessabili che l’inconscio e il pudore rimuovono. E nel riemergere, questi brani di vita, sembrano buffi, ironici, disperati e spudorati, pieni di sogni da realizzare. La L diviene così Life e SpamLife. E la vita messa in musica, parlata, cantata da Lucio Dalla diviene la vita di quanti sono stati spammati, caricatura di tante mode, modelli e sclerosi sociali. Una vita che a volte non riesce nemmeno a parlare ma, quasi in modo astratto, si dà a conoscere e si rivela attraverso gorgheggi e strozzature di vocalizzi jazzati. La SpamArte con questa mostra vuole manifestare e tributare un gesto di riconoscenza, stima e affetto a chi, come Lucio Dalla attraverso l’arte, ha saputo estrarre dai tanti cestini un’Italia che, dalla televisione in bianco e nero con i primi programmi di fumetti dedicati ai bambini, è arrivata fino ad oggi dove i bambini nascono già con i debiti.
Vittorio Pavoncello
Mostra uno squarcio tra le nubi, dove un sole centrale divide il cielo in due parti. In alto a sinistra e in basso a destra, le nubi scure assumono accenti drammatici. Le varie tonalità del blu e il bianco sono i colori predominanti della foto. Tuttavia la luce centrale rende l’immagine policromatica.
Il movimento dell’immagine è determinato dalle nuvole spazzate dal vento e attraversate dalla luce, che ora, in un preciso istante, assumono la forma di una colomba bianca. L’uccello, simbolo della pace, ad ali spiegate si dirige verso un punto terreno di osservazione, facendosi spazio in un volo trasversale tra i toni drammatici delle nuvole scure circostanti. L’immagine prelude a un ascolto interiore del movimento del cielo che può trasformarsi in una sinfonia di vibrazioni.
Il cielo di Lucio, Nino Campisi stampa su alluminio 35X50 cm.
Con la trasparenza dei piani sovrapposti, in cui il grigio e il nero sottolineano un mondo fatto d’uomini: che forse giudicano,ed ancor di più desiderano, una giovane donna incinta. Sulla sinistra delpannello,con un vestituccio di pochi soldi, fiorato, stretto e corto, essa, conscia del magnifico miracolo che le succede, radiosa, in un mondo indifferente, simboleggia con i colori della veste e di quello che la circonda la gioia del miracolo della vita che cresce e che nasce in una mangiatoia,e più ancora in una stanzetta tra i vicoli del porto. Sulla destra del pannello un cartello: INFORMAZIONI edASSISTENZA ed è l’unica cosa di cui lei ha veramente bisogno. Intersecando i piani delle immagini,mescolando storie didifficoltà e disagio, il raccontare di anni in cui la forza dell’andare avanti più che mai esigeva il bisogno di far sbocciare nuova vita. Vecchi materiali di archivio, memoria di un’immagine desaturata dal tempo, un nuovo lavoro d’arte e di riflessione umana.
Gesù Bambino, Francesca Cataldi stampa su alluminio 35X50 cm.
Neroebiancosicontendonotuttalasuperficiedell’immagine.
Filibianchiegrigi scompongonogeometriechelivorrebbero
raccolti e chiusi in profili di forme coatte. Fili legati in covoni di spighe
che il nero della forma non trattiene. Nero un po’ ovunque a formare
pareti,volumi, piani, dai quali i bianchi e grigi si trasformano in
ombre e luci. In basso, lungo l’ orizzontale, un nero sembra
meno denso quasi traslucido quasi uno specchio nero.
Sopra di questo,al centro dell’immagine, un quadrato rosso scuro
coperto di macchie rosse chiare e arancio, galleggia in un modo
fisso, ostinato. E sembra volersi specchiare
nello specchio nero senza riuscirci.
Canzone, Mariano Chelo stampa su alluminio 35X50 cm.
In primo piano c’è uno che scrive. L’espressione è malinconica. La sua posa è rannicchiata, esprime quasi ansia….
sembra piuttosto che faccia spallucce e voglia sminuire.
Dietro di lui una città in movimento: i fuochi d’artificio, un volo d’uccelli, un fiore su un davanzale, persone che si incontrano…
In basso, sotto il pavimento, un volto con in testa una corona di spine.
Ci sono tre o quattro piani nella scena: il primissimo, il secondo, il terzo e anche un quarto, con una prospettiva di case che porta lontano….
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Roccia genuflessa nome potente anima del mare che calmo frange le sue cattive intenzioni
Intenso azzurro progredito che bagna di lava celeste la patria perpetua il ritorno definitivo il pensiero costante la casa
iniziale tempo dei ritorni e degli addii tempo del fango e della gloria tempo dell’equinozio e della primavera
Flutti su flutti energia del mare base delle speranze flussi di tempo metodi azzurri
Nave vicina che coglie sensi e irreltà profumi d’erbe antico mito mediterraneo Itaca che non c’è Itaca che appare Itaca ancora.
Itaca, Michele De Luca stampa su alluminio 35X50 cm.
Un trittico;unasequenzatemporalecostituitadatreicone, tre fermoimmagine racchiudono l'arco della vita artistica del cantante, raccordate da una cornice nera che evoca una pellicola cinematografica. Nel primo riquadro una foto difamiglia: Luciodabambino. Ilcantanteposaincostume d'artista in coppia con una coetanea. Probabilmente un concorso canoro per l'infanzia. Nel secondo riquadro quellocentrale èrappresentatounpilotadegliannitrenta alla guida della sua macchina da corsa. E' lo spirito di Nuvolariilmitodell'uomod'azionechepercorreavventurosamente la sua strada. Personaggio emblematico di una delle sue più celebri canzoni. Il terzo riquadro è un noto ritrattodiLucioDalla(diGuidoHarare)in "PiazzaGrande" il tributod'amore di Lucio Dalla perla sua città.Tuttele immagini sono sovraimpresse dalla veduta del Duomo di Bologna da diverse angolazioni e di una piazza Maggiore gremitadipersoneilgiornodeisuoifunerali. Iltitolo "MassMemory Day" allude al gioco di parole tra Messa e Memoria di Massa, dunque tra Arte e MassMedia, il brusio della follapubblico (presente ai concerti come ai suoi funerali).
MassMemory Day, Stefano Frasca stampa su alluminio 35X50 cm.
Una monotonalità di colore bluviola investe tutta la superficie dell’immagine partendo da una gradazione chiara in basso e facendosi più scura in alto.All’interno di un campo di 50x35 cm. è posizionato in alto un disco,in basso chiude il campoun’ampia fasciascura. L’immagine del disco in alto pare fondersi con lo spazio circostante schiarendosi verso la parte bassa del campo,mentre in alto permane una parte della circonferenza disegnata con una accentuazione tonale del bluviola. Nella parte alta del cerchio è anche evidenziato cromaticamente uno spicchio bluviola acentrico rispetto alla circonferenza e all’interno di questo una porzione più piccola si evidenzia per il suo essere dipinta di rosso amaranto. Inbassoadestra,pocosopra la fascia scura, un segno sottile nero traccia una linea obliqua da destra verso sinistra e si contrappone con lo spicchio acentrico del cerchio in alto.
Berretto Rosso, Salvatore Giunta stampa su alluminio 35X50 cm.
Bombe chimico/politiche che esplodono ancora. Il ter remoto fisico/economico lasciato senza risposta ci trova increduli. La storia dei frammenti d'aria si preoc cupadellepallottoledaschivare,deirimpasti,lemuffe, la mancanza di leggibilitá e l'illegittimitá. La strategia della tensione frammenta. In alto non ve diamo niente. La nebbia del futuro non si puó che contemplare. Piccolo souvenir di vetro rotto, Bologna resta traspa rente per le nuove generazioni sfracellate e distratte dalla sopravvivenza. Non abbiamo tempo di ricordare, tempo rimasto per sapere,nulla di particolarmente interessante,vogliamo alleggerire, alzarci. Figuriamoci commemorare... meglio una buona imbiancata, una pulizia totale, una pulizia etnica... siamo soli.
Washing, Eli McBett stampa su alluminio 35X50 cm.
Tutta l’immagine si esprime in bianchi neri e grigi.
Unafortepresenzadimateriaapartiredauncieloche si dà nella tessitura spessa di una tela.
Un albero, una costruzione, forse, una chiesa, brillano a sprazzi di bianchi racchiusi fra ammassi scuri di volumi che ricordano il terriccio.
In alto, in centro, mezza scura e mezza chiara, la Luna composta dello stesso terriccio delle cose terrestri sembra staccarsi dalla cima dell’albero per volare ancora più lontana e lasciarsi risucchiare da un cielo, tutto fisico/materico.
Da Ferrara alla Luna, Michele Leognani stampa su alluminio 35X50 cm.
L’opera consiste nella sovrapposizione di due superfici: un fondale nero e un piano centrale chiarocon il disegno vero e proprio. I due spazi sono in contrasto per l’opposizione del nero e del chiaro,ma allo stesso tempo creano una disposizione all’ordine. Il disegno è aggregato al corpo centrale chiaro e costituisce una terza superficie. Qui abbiamo una forma ed è quella del pianoforte.Questo pianoforte, da una lieve traccia di rappresentazione,si afferma come citazione: il segnografico di Alex Steinweiss.
I segni sidipanano in senso orizzontale,dolcemente.
Colori non ve ne sono e il bianco che si insinua dà per certo i connotati dell’insieme.
La codar ialzata dello strumento evoca la solennità del catafalco erimanda agli apparati delle cerimonie funebri.
La musica o del silenzio, Massimo Napoli stampa su alluminio 35X50 cm.
Lampedusa.Dall’alto.L’acqua del mare è limpida e così trasparente che si vedono i fondali e man mano che lo sguardo si allontana all’orizzonte,si possono vedere le diverse“gradazioni”di coloredell’acqua:prima celeste,turchese...poidiventa con più azzurro e sempre più blue dalla profondità del mare,però,emergono i mali di questa nostra epoca. La mondezza, rappresentata dalle buste e da tutto ciò che non è raccolta differenziata, la miseria che si vede attraverso gli homeless, rappresentati intorno alle loro “buste” simili a quelle della mondezza,la violenza che si intuisce in un corpo femminile abbandonato per terra... un volto inquietante che fa pensare alle“lucciole” e che rappresenta la mercificazione deicorpi...sono riportate alcune parole della canzone,lac anzone è del 1977 ma le parole ancora molto attuali parlano della mancanza di lavoro...di un Dio che non c’è più e che sta cercando di far del male,di dividere le popolazioni... di un mare, appunto, che lo stanno uccidendo, umiliando, e che ormai è diventato una discarica......
Come è profondo il mare, Patrizia Pieri stampa su alluminio 35X50 cm.
Nel formato verticale 35x70, su sfondo giallo oro antico, è riprodotta la pagina di copertina della rivista: “The Best in Art”. Il titolo, centrato in alto, è scritto in grigioacaratterimaiuscolifattaeccezioneper “in” che è a caratteri minuscoli. Sotto il “THE” appare, distribuita su due righe, la scritta nel medesimo colore ed in caratteri alti e bassi: “comunicazione aperiodica di Arte, Cultura, Costume”. Sotto “ART” appare la scritta a caratteriminuscoli: “noexistingmagazine”. Sopra la medesimascritta “ART” comparelaparola “Italia” dove i caratteri sono due verdi, due bianchi e due rossi. Sotto il banner, a margine destro, compare la scritta: “4 MARZO 1943”. Centrata in basso e protesa verso l’alto è riprodotta una mano chiusa il cui indice, rivolto verso l’alto, copre parzialmente la ”D” della scritta “Da … lla” che, nel medesimo colore del banner, si sviluppa dal basso verso l’alto sino a raggiungere l’altezza di “4 MARZO 1943”.
4 marzo 1943, Giuseppe Salerno stampa su alluminio 35X50 cm.
Immagina.. un cielo terso... così limpido da sembrare incolore immagina... volarci dentro ..e dentro respirare un’aria tiepida e con un buon sapore immagina.. sentire una leggera musica, un’aria, una canzone ..apparire tutt’intorno all’improvviso note alate dirette verso il sole ..”se io fossi un angelo chissà cosa farei” immagina..
Se io fossi un angelo, Ferdinando Provera stampa su alluminio 35X50 cm.